LA FANTERIA DEL XV SECOLO. CONTRIBUTO 3 e Curiosità 1

L’ARMAMENTO DEL FANTE SECONDO LE DISPOSIZIONI TRATTE DA: GOVERNO ET EXERCITIO DELLA MILITIA e ORDINE DELL’ESERCITO DUCALE SFORZESCO 1472-1474 di ORSO degli ORSINI

Dopo questo terzo contributo, ci fermeremo per ora, nell’ analizzare quali armi e armamenti usasse la fanteria attraverso la documentazione.

Oggi vi sottoporrò la documentazione di due opere scritte da un trattatista militare del XV secolo, il più volte citato Orso degli Orsini. Le sue opere sono una grandissima fonte di informazioni sulla realtà militare dell’epoca e si discostano dalla tendenza classicheggiante e utopica delle opere militari scritte da altri trattatisti dell’epoca. Essendo l’Orsini stato anche soldato, egli conosce molto bene la materia e ci offre ad ogni rilettura nuove ed importanti informazioni sul panorama militare del xv secolo.
Questa è la descrizione che ci fornisce la Treccani:

Autore di un’originale opera, Governo et exercitio de la militia (Pieri, 1933, pp. 97-104) dedicata a Ferdinando d’Aragona (la dedica è datata 2 gennaio 1477), Orsini si distinse, come il contemporaneo Diomede Carafa, dai trattatisti militari che guardavano astrattamente ai modelli forniti dalla tradizione classica. Seguace della scuola sforzesca che s’ispirava alla strategia logoratrice (intesa anche in senso politico), elaborò formulazioni dettate dalla sua esperienza personale e propose un progetto di organizzazione militare che, alla luce dei più recenti studi sulle innovazioni introdotte nel Regno in età ferrantina (Storti, 2007, pp. 163-166; Senatore, 2011), risulta in consonanza con i quadri teorici delle riforme perseguite dal re e miranti alla costituzione di un esercito demaniale permanente. Tali affinità programmatiche hanno suggerito l’ipotesi, già avanzata da Pieri e illustrata sulla base di ricca documentazione e ferma convinzione da Storti, di un’influenza delle opinioni di Orsini sul programma di ristrutturazione del settore militare in atto nel Regno. Considerando anche i Memoriali di Diomede Carafa ci si è però domandati (Del Treppo, 1997) quanto questi scritti «siano il frutto delle discussioni che i loro autori, consiglieri e uomini d’arme, abitualmente avevano con il re, e sulle quali i dispacci degli ambasciatori ci possono ancora illuminare» (Storti, 2007, p. 11).


Le opere analizzate sono quindi GOVERNO ET EXERCITIO DELLA MILITIA e ORDINE DELL’ESERCITO DUCALE SFORZESCO 1472-1474.

Tratto da GOVERNO ET EXERCITIO DELLA MILITIA di Orso degli Orsini

Pag. 46

Item tenere Duemila paghe de provvisionati (fanti assunti stabilmente dallo stato o dalla signoria), de due, tre, quactro, cinque et sei paghe l’uno, quali provvisionati avessero arme di più sorte secondo el comune uso. Et che omne uno che havesse tre paghe et da tre in su, portasse coraczina (quella che noi moderni chiamiamo brigantina presumibilmente) et celatina. Et chi porta coraczina, portasse uno carriagio per portare le cose necessarie. Et anche introdure che se portino alcuni taracuni (targoni), che sono utili ad multe cose, et maxime havendo frontera de Turchi, che non solo defende da le frecze (frecce) chi lo porta, ma anche qualche compagnio adpresso.
Item che ad omne cinquanta paghe se li dea un capo de squadra o vero ad omne cente paghe, et che ‘l capo de squadra abbia da sei in octo paghe.
(Mia riflessione e ipotesi: probabilmente una paga era la base minima di un fante solo con lancia e celata, quindi più aumentava la quantità di paghe percepite, più il fante doveva essere ben armato)


Tratto da ORDINE DELL’ESERCITO DUCALE SFORZESCO 1472-1474 di Orso degli Orsini

Pag. 482

carra 5(carri) per condure tarchono 200; carri IIj per condure corazine 200 coperte (qualcuno conosce la differenza fra quelle coperte e quelle dette “discoperte”?); carro uno per condure celade 200 cum guanti 200 dritti (destri, solo il guanto a destra perché è la mano che impugna la spada o la lancia e perché la sinistra impugna lo scudo);…

Pag. 483

Item, per tarchoni 200 pincti et forniti, cum il leone nel foco (nella nota c’è scritto che il leone nel fuoco è l’impresa di Bernabò Visconti adottata anche dagli Sforza) a libre 3 l’uno
Item, per celade 200 a computo de libre 3 l’una de imperiali
Item, per guanti 200 dritti de ferro a soldi 18 de imperiali l’uno
Item, per lanze 8000 da fanti da piede a soldi 8 denari 6 l’una


Nei prossimi contributi cercherò di raccogliere, sia con le fonti iconografiche che documentali quale potesse essere l’uso della fanteria in battaglia e in guerra e come interagissero tra loro le diverse specialità

Rileggendo i documenti ho notato che vi sono tante piccole curiosità che non valgono la creazione di un contributo, quindi ne metterò una o più ad ogni fine contributo.

CURIOSITÀ 1

Tratto da GOVERNO ET EXERCITIO DELLA MILITIA di Orso degli Orsini

Pagina 52
Item portare tre o quactro rote, due grande et due piccole da arrotare ferramenti, chè ne li bisogni occurenti li ferri buoni lavorano assai più che la forsa de li homini. Et li ferramenti da offesa quando so bene arrotati, fanno multo maiore damno a lo nemico et passano meglio le arme, maglie o coperte. Et in omne cosa fanno maiore offesa, chè quando li ferramenti so ruzi, spontati, poco offesa possono fare. Et per consequens el nemico teme secondo le offese che receve, et multe volte la opinione et pagura li fa fugire quando hanno provato le offese antecedente.

Qui abbiamo oltre alla documentazione di mole per affilare le armi, anche la constatazione da parte dell’Orsini che un nemico che è stato colpito duramente in precedenza difficilmente non potrà non aver paura e timore di chi lo ha colpito duro.

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